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Come la Terra attira la Luna e una mela

Valutiamo la portata dell'intuizione di Isaac Newton confrontando la Luna con una mela in caduta sulla superficie terrestre

Aggiornato il 10 Maggio 2021

L’affascinante storia della mela caduta in testa a Isaac Newton durante una visita alla madre intorno al 1666 diffusa per la prima volta da John Conduitt è probabilmente una sintesi romanzata di un processo più complesso che portò il fisico britannico a elaborare la legge di gravitazione universale tra il 1665 e il 1666. Questa storia, però, citata con i dubbi opportuni sulla sua veridicità , può diventare un ottimo punto di partenza per verificare con uno stile alla Fermi la plausibilità  della scoperta di Newton.
Partiamo dalla Luna: il suo periodo orbitale risulta 2.4106s, mentre il raggio della sua orbita è 3.8108m. Di conseguenza la sua accelerazione centripeta è

ac=(2πT)2r2.6103ms2

D’altra parte una mela o un qualunque oggetto in caduta libera sulla superficie della Terra possiede un’accelerazione pari a 9.8ms2. Se confrontiamo queste due accelerazioni, scopriamo che il loro rapporto è pari circa a 2.8104. Un rapporto molto simile si riscontra tra i quadrati del raggio della Terra e del raggio orbitale della Luna, che è all’incirca 60 volte quello della Terra:

R2r2=136002.8104

Quindi si è naturalmente portati a generalizzare come segue:

acg=R2r2

da cui

acr2=gR2=C

con C costante reale.
La forza centripeta sulla Luna in orbita intorno alla Terra sarà  allora data dall’espressione

F=mac=mgR2r2=mCr2

Per la legge dell’azione e reazione (la terza legge della dinamica di Newton), questa forza è in modulo uguale alla forza esercitata dalla Terra sulla Luna, quindi la costante C deve essere proporzionale alla massa M della Terra, ovvero qualcosa del tipo C=GM, con G costante di gravitazione universale.
Andiamo alla mela e proviamo a confrontare la sua caduta vicino alla superficie della Terra con la caduta della Luna. Per fare ciò prendiamo in considerazione un intervallo di tempo sufficientemente piccolo rispetto al periodo orbitale della Luna in modo tale da poter approssimare l’arco di circonferenza percorso dal nostro satellite con una traiettoria rettilinea percorsa da un proiettile in un campo gravitazionale.
In questo caso avremo che

Δt=Δsv0

dove Δt è l’intervallo di tempo considerato, Δs la lunghezza dell’arco, v0=2πr/T è l’intensità  della velocità  orbitale.
Se supponiamo che la componente radiale della velocità  orbitale è nulla, allora la variazione di altezza di caduta della Luna verso la Terra sarà  data dall’espressione

ΔhLuna=aLuna2(Δsv0)2

con aLuna l’accelerazione centripeta della Luna. Quest’ultima, utilizzando i dati forniti all’inizio, risulta pari a:

aLuna=(2πT)2r2.6103ms2

Nel frattempo una mela in caduta nello stesso intervallo di tempo ha una variazione di quota pari

Δhmela=g2(Δsv0)2

Se confrontiamo le due variazioni otteniamo un interessante risultato:

ΔhLunaΔhmela=aLunag2.7104

che è molto simile ai rapporti precedentemente calcolati, in particolare quello tra i quadrati dei raggi.
Da questo risultato possiamo concludere che: innanzitutto che non è implausibile paragonare la caduta di un oggetto verso la superficie della Terra con il moto della Luna intorno al nostro pianeta e soprattutto che la forza che lega la Luna alla Terra è inversamente proporzionale al quadrato della distanza.
Supponiamo, infine, che il nostro satellite si trovi a cadere sulla Terra da un’altezza prossima alla superficie del pianeta. Potremmo stimare la sua accelerazione di caduta a partire dalla relazione:

aLunaa=r2R2=3600

da cui

aLuna=3600a9.4ms2

che non è molto distante dal valore dell’accelerazione di gravità  terrestre.

Articolo scientifico
Cunha, R. F., Tort, A. C., 2017, Plausibility arguments and universal gravitation, Physics Education, vol.52, n.3, pp. 035001 doi:10.1088/1361-6552/aa5f8c

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Scritto da

Gianluigi Filippelli Gianluigi Filippelli

Ha conseguito laurea e dottorato in fisica presso l'Università  della Calabria. Tra i suoi interessi, la divulgazione della scienza (fisica e matematica), attraverso i due blog DropSea (in italiano) e Doc Madhattan (in inglese). Collabora da diversi anni al portale di critica fumettistica Lo Spazio Bianco, dove si occupa, tra gli altri argomenti, di fumetto disneyano, supereroistico e ovviamente scientifico. Last but not least, è wikipediano.

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